Blog di MASSIMO PERINELLI, scrittore che proporre in lettura alcune sue opere letterarie; così come articoli di letteratura, politica, filosofia, testi che dovrebbero favorire un confronto sui diversi temi del vivere. Nulla di più che un estremo tentativo, nato da una residua fiducia nelle possibilità che hanno gli individui di comunicare. In fondo solo un "grido muto", segno di una dignitosa emarginazione.

lunedì 27 aprile 2020

GENTE FALSA




Non ho nessun rispetto per “questa gente”, perché è falsa e non dice le cose come stanno. Avrei avuto rispetto se fin dal principio avessero ammesso i propri errori e le proprie responsabilità, classificandosi per quello che sono: ladri e incapaci. Avrebbero dovuto dire che le conseguenze che viviamo sono dovute alle scelte che da anni si sono adottate: una politica fondata sullo smantellamento programmatico centralizzato di ogni forma di protezione sociale. Un autentico omicidio dello Stato Sociale. Se togli un posto letto, non hai più un posto letto quando le persone si ammalano. Hanno invece preferito mentire e scaricare sugli altri le loro colpe. Avrebbero dovuto prendere atto che un tipo di collettività così strutturata non ha grandi speranze di vita, è un puro atto suicida. Cambiare strada, dunque, prendere atto della follia di un capitalismo, di una finanza e di un sistema di consumi che favorisce atti di purissima demenza. Ma, purtroppo, questo loro non lo possono fare, perché, contrariamente a ciò che appare, non sono individui sani ma malati psichici da curate, o meglio da allontanare. L’ulteriore tragedia nella tragedia è l’atteggiamento di passività delle Folle, che massacrate nello “spirito” e nella “materia”, non sono in condizioni né di capire, né di difendersi, né di reagire.
Non è questa, tuttavia, un’eccezionalità. In realtà la storia è costellata di problematiche sempre uguali, ma in abiti diversi. L’unica differenza è che questa crisi, appare davvero come l’ultima che l’homo sapiens vivrà.

domenica 12 aprile 2020

CHE FARE?


In questo momento la mia sensazione è che ci sia, anche negli individui che hanno una buona capacità di comprendere, una diffusa sensazione di smarrimento. Ossia, è indubbio che sappiano fare un’analisi della realtà, che sappiano individuare quali sono le cause di questa situazione; il problema, però, appare imbarazzante, quando ci si accorge che le analisi sono sì parzialmente esaustive, ma prive di quella che si potrebbe definire l’idea su come uscire dalla situazione. Mi sembra che non sia la semplicità a contraddistinguere questa fase storica, che non sia per niente facile sbrogliare questo “Nodo Gordiano”, e che non sia neanche certo che affrontando il problema in un modo diverso il risultato sia garantito.
Tuttavia, ci siamo andati a cacciare in questa situazione per tutta una serie di motivi, cui vale la pena solo accennare: individualismo, capitalismo, finanza, profitto, consumismo, delirio d’onnipotenza, disturbi psichiatrici. Non mi sembra d’aver rintracciato, nei brani letti ovunque, un accenno a quello che potrebbe apparire come un’efficace via d’uscita. Il tutto si limita a speranze, illusioni, retoriche sulla bontà e fiducia nella capacità di miglioramento dell’uomo. Ora, premettendo che non ho nessuna Verità da suggerire; che sono quasi del tutto convinto che oramai non si possa fare più nulla; che il treno della Storia sia passato, potrei comunque affermare, senza superbia, che saprei “Che fare?” per tentare di sistemare un meccanismo malconcio.
Uno Stato, una Società non sono organismi semplici. Ogni problema si complica nell’attimo stesso in cui fissi lo sguardo su di esso. Qualsiasi legge deve calarsi su una realtà che la accetta e la assimila. È inutile governare in modo altruista se poi gli individui sono egoisti. Inutile tentare di estirpare la corruzione quando sono tutti corrotti. Inutile essere onesti fra una folla di disonesti. Non c’è altra possibilità, di fronte a questi impedimenti, che tentare di risolverli con mezzi che “Noi” riteniamo adeguati.

In riferimento alla Nostra situazione, primo provvedimento indispensabile è la sospensione della Costituzione, poi, nell’ordine: scioglimento delle assemblee rappresentative; formazione di un Governo composto di personalità di cultura Socialista/Collettivista; cancellazione dei trattati Internazionali; uscita dall’Unione Europea e dalla Nato; cessazione e ritiro delle missioni militari all’Estero. Revisione dei trattati con lo Stato del Vaticano. Revisione dei Codici Penali e Civili. Nazionalizzazione e socializzazione dei mezzi di produzione. Collettivizzazione dell’agricoltura. Confisca delle finanze private speculative. Azzeramento del debito sovrano. Tetto massimo di retribuzione. Tetto massimo di pensione. Cancellazione d’ogni “diritto acquisito”. Rimpatrio dei clandestini. Criminalizzazione del parassitismo sociale, finanziario, industriale, tecnocratico, politico. Ripristino della pena di morte.
Per risolvere l’attuale crisi sanitaria, Covid-19, che è una conseguenza non una fatalità, risultato dello smantellamento della Sanità pubblica e dalla mancata cessazione delle attività produttive non indispensabili, confisca senza indennizzo delle strutture sanitarie private, patrimonio degli stessi  imprenditori, e loro socializzazione. Riconversione delle strutture industriali per una sollecita pianificazione e produzione di apparecchiature sanitarie fondamentali e di generale pubblica utilità.

Sono certo che ai più queste prime proposte appariranno eccessive, che non ci sono le condizioni per svilupparle, che non c’è una classe consapevole che le appoggi, che non c’è un ceto dirigente che le realizzi, che questi aspetti totalitaristici spaventano, e che il “Popolo” non accetterebbe mai un simile status, tanto è corrotto. Non posso che essere d’accordo: le mie sono idee per salvare un corpo morente che desidera vivere, nulla si può fare se il corpo ha deciso di morire. Le condizioni di decadenza sono irreversibili in rapporto ai processi sociali. La “natura umana” non è programmata per vivere in sintonia con la Natura, e con se stessa. La ragione dell’uomo è in condizioni di fantasticare una “utopia”, capace di sognare un mondo in pace e in armonia, capace di codificare il bene e il male, purtroppo questo vale poco, perché sono i suoi “cervelli primitivi” che hanno prevalenza sull’agire. La Ragione umana non è una caratteristica evolutiva superiore, è una caratteristica involutiva inferiore. La Ragione vorrebbe mostrare come si deve vivere, perché ha la superbia di rintracciare nella Natura qualcosa che non funziona. Gli Animali più evoluti di noi, non hanno questo tipo di presunzione, vivono senza domandarsi se la Natura potrebbe essere migliore, semplicemente vivono come sentono che si deve vivere. L’uomo è una povera “bestia” disperata, che crede d’aver compreso la tragedia, il non senso, il dolore e la crudeltà del vivere, e accanto a queste consapevolezze sente dentro di sé anche l’impossibilità ad accettarle. Forse, non è tanto lo sforzarsi a trovare rimedi che non sappiamo poi come attuare che ci salverà dalla disperazione, quanto la certezza che la nostra esperienza di Homo Sapiens si esaurirà in fretta, così da consentire alle specie più evolute di vivere nella massima serenità possibile.

martedì 7 aprile 2020

MAL COMUNE...


Mi vado convincendo, lentamente, che della situazione che stiamo vivendo siamo un po’ tutti responsabili, chi più chi meno. Partendo dalla tesi che una verità sull’accaduto sia impossibile da definire, possiamo tratteggiare solo delle più quiete ipotesi: che sia una situazione già accaduta diverse volte nel corso dei secoli, con analoghe o maggiori conseguenze. Nulla di nuovo. Che sia una disgrazia avvenuta per una sottovalutazione dei pericoli cui “la scienza” si espone. Potrebbe essere un semplice incidente: si è sbadatamente rotta una fiala di vetro. O potrebbe essersi rotta volontariamente una fiala di vetro. Oppure che ci sia un “complotto planetario”, ordito dalle sfere plutocratiche imperanti. Che una Nazione voglia conquistare il Mondo. Che una Classe voglia conquistare il Mondo. Che una “Razza” voglia conquistare il Mondo. Che si stia sfruttando il momento per costruire un qualcosa di sinistro. Oppure che, verosimilmente, chi gestiva il Potere, non si aspettava questa sciagura, e ora tenta di gestire il Potere cercando di fare del suo meglio. Forse ci sono altre decine di ipotesi credibili, ma al senso dell’irresponsabilità d’ognuno penso che ciò sia sufficiente. Perché siamo tutti colpevoli? Semplice! Perché chi governa, ha governato male: no, non male, ha governato in base ai suoi interessi, e gli interessi di chi governava e governa sono diventati gli interessi di tutti; che tutti abbiamo accettato un tipo di sviluppo che ha delle conseguenze, e non abbiamo lottato a sufficienza per uno sviluppo diverso, che avrebbe avuto altre conseguenze. Non si può avere tutto dalla Vita. Se accetti la corruzione del piacere superfluo individuale, sconti le conseguenze di non avere validi servizi collettivi. Se ti “costringono” a cambiare telefonino ogni sei mesi, tu lo accetti. Se ti “costringono” a cambiare auto ogni quattro anni, tu lo accetti. Se prenoti analisi cliniche a un anno di distanza, tu lo accetti. Se i ponti crollano, tu lo accetti. Se rubano, tu lo accetti. Se dicono menzogne, tu le accetti.
Questo è in sintesi il quadro che un individuo mediocre/qualsiasi si è fatto della situazione. In base alle sole scarse informazioni che ha potuto trovare, nascoste fra un delirio di retorica dozzinale, goffe approssimazioni e contraddittorie speranze.
In ultimo, un fattore indubitabile delle colpe collettive, è l’esperienza che hanno dovuto affrontare i vertici della Germania al tempo della riunificazione. A est c’era un certo tipo d’industria, incompatibile con l’industria dell’ovest. In pratica, le fabbriche dell’est costruivano, per esempio, frigoriferi e lavatrici che duravano quindici/venti anni. Elettrodomestici fatti per durare. L’ovest già da qualche tempo usava “chip di fine vita/obsolescenza programmata” che limita la durata di ciò che anche noi oggi compriamo.
Si è scelta una strada, e quella che abbiamo scelto percorriamo.
Non credo che abbiamo neanche troppo diritto a protestare, perché se ci avessero detto di scegliere fra l’uno e l’altro, avremmo sempre scelto l’uno. Come hanno, infatti, a suo tempo fatto.