È da questa mattina, il momento più difficoltoso della giornata, che sto cercando un aggettivo che possa qualificare non un singolo comportamento, o un brano della vita, ma tutta la mia vita. Ho frugato in ogni angolo. Ho scandagliato ogni situazione. Ho riflettuto su ogni scelta. Quindi, ecco l’illuminazione. D’improvviso, dopo tanto cercare, appare l’aggettivo giusto, più appropriato: idiota. Ho la seccante sensazione di essere, ed essere stato, un perfetto idiota. Facile, dopo, trovare gli elementi per suffragare l’intuizione. Nel grande sacco delle mie amarezze, ho potuto trovare gli errori che comunemente tutti gli “esseri umani” compiono. Ma questo non giustificherebbe il drastico giudizio. Piuttosto, i fattori che più hanno contribuito a definirmi tale, sono di natura sostanziale. Ossia, quello d’aver sempre rincorso obiettivi che con la Vita Vera non c’entrano nulla. Crearsi un mondo apparente, parallelo, fatto di sogni e d’irrealtà non è il modo giusto di vivere. Trasferire questi entusiasmi metafisici nel proprio quotidiano, o nella società, non è il modo corretto vivere. La Vita Vera non è Utopia. Inseguendo una speranza nata dall’incapacità di muoversi nel mondo reale non si onora la Vita. Rispettando rigorosi Codici Morali di Comportamento non si onora la Vita. Circondandosi di una coesa sfera d’Amore e di Affetto non si onora la Vita.
Queste mi appaiono,
oggi, alla luce di una nuova consapevolezza, come dei ripieghi, delle esclusioni,
delle scappatoie. La Vita Vera si
manifesta ora come l’esatto contrario di quello che ho sempre desiderato. Non
un’Utopia, ma un caos totale d’egoistiche raccapriccianti esigenze. Non un
rigido rispetto di Regole, ma una totale indisciplina, un “homo homini lupus”, un
“bellum omnium contra omnes”, un celebrare la cattiveria, la crudeltà, l’ignoranza,
l’ipocrisia, la falsità, l’inganno, l’arroganza e la presunzione. Non Amore e
Affetto, ma un metodico sottrarre e accumulare oro, al solo scopo di rubare agli
altri e godere nel vederli soffrire; un capitalizzare senza fine e senza fini,
solo per saziare una smisurata, ossessivo compulsiva infermità psichica.
Quindi, solo uno scemo
poteva trascinare durante la sua vita questo pesante fardello d’illusioni. Per
fortuna che questa ristretta minoranza di reietti va progressivamente
scomparendo. Giustamente, perché non sono ben visti, né stimati. Credono di
vedere cose che gli altri non vedono, ma non è così. Vedono solo cose che
desiderano vedere, proprio per la loro incapacità di Vivere.
Idioti al punto tale da
desiderare fortemente per sé “quell’eterno ritorno dell’uguale”, che gli
consentirebbe di vivere e rivivere in eterno fedelmente quello che hanno già
vissuto.