Blog di MASSIMO PERINELLI, scrittore che proporre in lettura alcune sue opere letterarie; così come articoli di letteratura, politica, filosofia, testi che dovrebbero favorire un confronto sui diversi temi del vivere. Nulla di più che un estremo tentativo, nato da una residua fiducia nelle possibilità che hanno gli individui di comunicare. In fondo solo un "grido muto", segno di una dignitosa emarginazione.

domenica 12 luglio 2020

L'IDIOTA


È da questa mattina, il momento più difficoltoso della giornata, che sto cercando un aggettivo che possa qualificare non un singolo comportamento, o un brano della vita, ma tutta la mia vita. Ho frugato in ogni angolo. Ho scandagliato ogni situazione. Ho riflettuto su ogni scelta. Quindi, ecco l’illuminazione. D’improvviso, dopo tanto cercare, appare l’aggettivo giusto, più appropriato: idiota. Ho la seccante sensazione di essere, ed essere stato, un perfetto idiota. Facile, dopo, trovare gli elementi per suffragare l’intuizione. Nel grande sacco delle mie amarezze, ho potuto trovare gli errori che comunemente tutti gli “esseri umani” compiono. Ma questo non giustificherebbe il drastico giudizio. Piuttosto, i fattori che più hanno contribuito a definirmi tale, sono di natura sostanziale. Ossia, quello d’aver sempre rincorso obiettivi che con la Vita Vera non c’entrano nulla. Crearsi un mondo apparente, parallelo, fatto di sogni e d’irrealtà non è il modo giusto di vivere. Trasferire questi entusiasmi metafisici nel proprio quotidiano, o nella società, non è il modo corretto vivere. La Vita Vera non è Utopia. Inseguendo una speranza nata dall’incapacità di muoversi nel mondo reale non si onora la Vita. Rispettando rigorosi Codici Morali di Comportamento non si onora la Vita. Circondandosi di una coesa sfera d’Amore e di Affetto non si onora la Vita.

Queste mi appaiono, oggi, alla luce di una nuova consapevolezza, come dei ripieghi, delle esclusioni, delle scappatoie.  La Vita Vera si manifesta ora come l’esatto contrario di quello che ho sempre desiderato. Non un’Utopia, ma un caos totale d’egoistiche raccapriccianti esigenze. Non un rigido rispetto di Regole, ma una totale indisciplina, un “homo homini lupus”, un “bellum omnium contra omnes”, un celebrare la cattiveria, la crudeltà, l’ignoranza, l’ipocrisia, la falsità, l’inganno, l’arroganza e la presunzione. Non Amore e Affetto, ma un metodico sottrarre e accumulare oro, al solo scopo di rubare agli altri e godere nel vederli soffrire; un capitalizzare senza fine e senza fini, solo per saziare una smisurata, ossessivo compulsiva infermità psichica.

Quindi, solo uno scemo poteva trascinare durante la sua vita questo pesante fardello d’illusioni. Per fortuna che questa ristretta minoranza di reietti va progressivamente scomparendo. Giustamente, perché non sono ben visti, né stimati. Credono di vedere cose che gli altri non vedono, ma non è così. Vedono solo cose che desiderano vedere, proprio per la loro incapacità di Vivere.

Idioti al punto tale da desiderare fortemente per sé “quell’eterno ritorno dell’uguale”, che gli consentirebbe di vivere e rivivere in eterno fedelmente quello che hanno già vissuto.


sabato 4 luglio 2020

IL QUADERNO A QUADRETTI

Per fare un po’ di chiarezza sulle dimensioni dell’insolenza raggiunta dall'Uomo quando afferma d’aver rivelato, mediante la ragione e la scienza, certe leggi che governano l’universo, o le stesse regole del mondo, credo sia utile alla comprensione ridurre, come sempre si dovrebbe fare in certi casi, dal macro al micro le immagini relative. Ossia ridurre l’universo, l’infinito e l’eterno, il mondo, a una forma più piccola, più familiare e visibile, come può essere un quaderno. Direte, cosa c’entra un quaderno: è presto detto. Dunque, l’esperienza è facile e breve. Comprate un quaderno scolastico. Meglio se a quadretti per la quinta elementare. Quello con i quadrati più piccoli. Una volta acquistato, apritelo e osservate le pagine. Sfogliatele con calma, senza fretta, così da rendervi bene conto della loro quantità e della corrispondente quantità di quadretti. Il tutto senza contare, non serve, dobbiamo solo con uno sforzo di fantasia equiparare quello che i grandi filosofi definiscono il “Tutto”, o “l’Essere”, a un comune quaderno. È comunque un atto arbitrario, ridurre un “Tutto/Essere” infinito ed eterno a un quaderno a quadretti finito e mortale, ma non avendo altre valide possibilità, diciamo che possiamo accontentarci di questa approssimazione. Ora, aprite la copertina e osservate la prima pagina. Di questa prima pagina andate con lo sguardo su, verso il primo quadrato in alto a sinistra. Perfetto. Quel quadratino che ora avete isolato dal resto e state osservando, è il limite entro il quale la “mente umana” si tormenta, esplora e valuta, senza neanche capire granché. Addirittura riempiendo l’incomprensibile, gli spazi oscuri, con vivaci fantasie.

Ora, staccate gli occhi da quella limitata realtà e sfogliate con calma il quaderno: le pagine e i quadrati restanti sono, probabilmente, l’altro “Tutto/Essere” di cui ignoriamo perfino l’esistenza e la misura. Ci stiamo assassinando il cervello da secoli nel tentativo di dare delle valide spiegazioni, agendo dentro il quadratino in alto a sinistra della prima pagina.

Nonostante ciò, nonostante la nostra piccineria, ci siamo auto creati con una fervida immaginazione un dio che ci ha nominato nientemeno che padroni del mondo, e dell’universo. Il tutto arricchito con un delirio di perché e percome, ipotesi, tesi, antitesi e sintesi, principi, materia e spirito, trascendenza e metafisica, teologia e teoretica, filosofie e scienze, un’infinità d’interpretazioni soggettive divulgate come verità oggettive.

L’Homo Sapiens è una creatura disperata che non può trovare il suo ruolo nel Mondo. Non sa cosa fare, e si illude che la ragione possa aiutarlo, ignaro che è proprio la ragione la sua principale anomalia. Le altre Creature sanno cosa devono fare e lo fanno, senza l’ausilio della ragione.

L’Homo Sapiens non è in condizioni di sanare caratteristiche strutturali rincorrendo a illusioni e atti di superbia, semplicemente perché il mistero non è nascosto nel quadratino in alto a sinistra, ma nell'intero quaderno.