Per fare un po’ di chiarezza
sulle dimensioni dell’insolenza raggiunta dall'Uomo quando afferma d’aver
rivelato, mediante la ragione e la scienza, certe leggi che governano
l’universo, o le stesse regole del mondo, credo sia utile alla comprensione
ridurre, come sempre si dovrebbe fare in certi casi, dal macro al micro le
immagini relative. Ossia ridurre l’universo, l’infinito e l’eterno, il mondo, a
una forma più piccola, più familiare e visibile, come può essere un quaderno. Direte,
cosa c’entra un quaderno: è presto detto. Dunque, l’esperienza è facile e breve.
Comprate un quaderno scolastico. Meglio se a quadretti per la quinta
elementare. Quello con i quadrati più piccoli. Una volta acquistato, apritelo e
osservate le pagine. Sfogliatele con calma, senza fretta, così da rendervi bene
conto della loro quantità e della corrispondente quantità di quadretti. Il
tutto senza contare, non serve, dobbiamo solo con uno sforzo di fantasia equiparare
quello che i grandi filosofi definiscono il “Tutto”, o “l’Essere”, a un comune
quaderno. È comunque un atto arbitrario, ridurre un “Tutto/Essere” infinito ed
eterno a un quaderno a quadretti finito e mortale, ma non avendo altre valide
possibilità, diciamo che possiamo accontentarci di questa approssimazione. Ora,
aprite la copertina e osservate la prima pagina. Di questa prima pagina andate
con lo sguardo su, verso il primo quadrato in alto a sinistra. Perfetto. Quel
quadratino che ora avete isolato dal resto e state osservando, è il limite
entro il quale la “mente umana” si tormenta, esplora e valuta, senza neanche capire
granché. Addirittura riempiendo l’incomprensibile, gli spazi oscuri, con vivaci
fantasie.
Ora, staccate gli occhi
da quella limitata realtà e sfogliate con calma il quaderno: le pagine e i
quadrati restanti sono, probabilmente, l’altro “Tutto/Essere” di cui ignoriamo
perfino l’esistenza e la misura. Ci stiamo assassinando il cervello da secoli
nel tentativo di dare delle valide spiegazioni, agendo dentro il quadratino in
alto a sinistra della prima pagina.
Nonostante ciò,
nonostante la nostra piccineria, ci siamo auto creati con una fervida immaginazione
un dio che ci ha nominato nientemeno che padroni del mondo, e dell’universo. Il
tutto arricchito con un delirio di perché e percome, ipotesi, tesi, antitesi e
sintesi, principi, materia e spirito, trascendenza e metafisica, teologia e
teoretica, filosofie e scienze, un’infinità d’interpretazioni soggettive divulgate
come verità oggettive.
L’Homo Sapiens è una creatura
disperata che non può trovare il suo ruolo nel Mondo. Non sa cosa fare, e si
illude che la ragione possa aiutarlo, ignaro che è proprio la ragione la sua
principale anomalia. Le altre Creature sanno cosa devono fare e lo fanno, senza
l’ausilio della ragione.
L’Homo Sapiens non è in
condizioni di sanare caratteristiche strutturali rincorrendo a illusioni e atti
di superbia, semplicemente perché il mistero non è nascosto nel quadratino in
alto a sinistra, ma nell'intero quaderno.
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