Le Società, come
tutti gli esseri viventi, nascono, si sviluppano e scompaiono. Il momento che
precede la morte di un individuo si chiama agonia; il momento che precede la
morte di una società si chiama decadenza.
2. In
particolare, il venir meno, nelle arti, nelle lettere, dell’anteriore
perfezione e grandezza.
Esiste un progetto, un crimine contro l’umanità, teso ad allontanare la parola scritta dal Pensiero.
Il Manifesto intende proporsi come punto di riferimento di ogni tensione, disagio individuale e sociale riferito all'argomento specifico. Aperto nei confronti di esperienze, analisi e consigli da chiunque proposti, e disponibile a ogni contributo mirato alla modifica o all'arricchimento dei temi esposti. Si propone come base di un più vasto movimento di idee, teso a condizionare in senso Morale e Collettivo ogni aspetto dell’Editoria.
12 ottobre 2017
Decadenza:
1) L’atto e l’effetto del decadere; scadimento, declino; riferito
specificatamente a cosa che da una condizione florida comincia a venir meno.
Questa
condizione, caratterizzata da involuzioni che entrano in relazione con le passioni
e i comportamenti degli individui, con lo sviluppo tecnico scientifico,
politico, economico, mostrano una indubbia ricorrenza, una periodicità in tutte
le epoche, le latitudini e le forme societarie. Non è questa la sede per ampie
analisi e trattazioni. Limite di questo “Manifesto” è assumere come iniziale l’affermazione
che viviamo in una società al tramonto, caratterizzata da una progressiva
corruzione di quei valori che hanno in passato favorito particolari grandezze,
e che di questo tramonto qualcuno è responsabile.
Corruzione:
1) Degradazione morale e spirituale, depravazione, degenerazione,
pervertimento.
2)
Incitamento, mediante promessa di denaro o di altri benefici, a commettere
azione disonesta venendo meno ai doveri del proprio ufficio.
L’iniziativa
individuale può essere efficace motore di sviluppo se finalizzata al miglioramento
delle condizioni collettive. Quella che appare però come una naturale tendenza
degli individui a fare cattivo uso della propria libertà a favore del proprio esclusivo
godimento, trasforma poco a poco tutto in privilegio. Aspetti della decadenza sono
la diffusa propensione dell’uomo a infrangere regole che la comunità crea ad
argine dell’egoismo. L’esasperato individualismo trasforma la comunità in un mezzo
e non in un fine. Il dominante stato d'animo di cupo pessimismo che impedisce
di scorgere un futuro migliore, favorisce la fuga da una realtà ritenuta
insostenibile o immodificabile; il ricorso alla religione e alla magia viste
come rifugio trascendentale; la tendenza delle maggioranze all’adeguamento e
alla rassegnazione. Minoranze oscillanti fra sterile indignazione e impotenza. Altri
sintomi sono lo scadere etico del concetto di Lavoro, il malcostume
del nepotismo, le caste chiuse, la negazione delle pari opportunità, i furti e
le ruberie: un evoluzionismo al contrario dove è favorito il “peggiore”, non il
“migliore”.
Le ragioni vanno
ricercate in un complesso di cause che hanno contribuito e contribuiscono a
tale degrado. La nostra attenzione si rivolge a quell’aspetto più evidente e
maggiormente responsabile del declino, che è l’aspetto dell’Editoria: saggistica,
quotidiani, periodici, ma con la massima attenzione per la narrativa.
Le Case Editrici
sono la cinghia di trasmissione del Potere, che le usa per divulgare un modo di
intendere la vita.
Le Case Editrici
sono le principali responsabili del declino culturale, educativo e
partecipativo.
Le Case Editrici
raggiungono livelli di pura scelleratezza nella divulgazione delle idee.
Se la società
soffre di una diffusa incapacità d’analisi delle più elementari manifestazioni
umane, questo tipo d’involuzione è favorito dalle pubblicazioni e dalle parole
scritte.
Se gli individui
declinano nell’incapacità di esprimersi e comunicare, questo tipo d’involuzione
è favorito dalle pubblicazioni e dalle parole scritte.
Se il concetto
di Stato Sociale si esclude progressivamente dall’orizzonte civile, questo tipo
d’involuzione è favorito dalle pubblicazioni e dalle parole scritte.
Se il Valore
Lavoro e ridotto al grado di pura merce di scambio, schiavitù, questo tipo
d’involuzione è favorito dalle pubblicazioni e dalle parole scritte.
Se la Comunità
regredisce verso un destino di violenti conflitti multirazziali, la classica
guerra fra poveri, questo tipo d’involuzione è favorito dalle pubblicazioni
e dalle parole scritte.
Se la
lacerazione dei rapporti sociali, la decomposizione della Famiglia
tradizionale, l’atomizzazione del corpo sociale, il mito del single sono
innalzati a esempi da favorire, questo tipo d’involuzione è favorito dalle
pubblicazioni e dalle parole scritte.
I libri, i
giornali e le riviste con la loro sistematica, ininterrotta, imponente quantità
di parole e immagini versate sul mercato,
diffondono un modello di società involutiva, ancorata unicamente all’interesse
privato.
L’Editoria non è una normale Azienda autonoma che ha come scopo il profitto, ma è un’importante forza ausiliaria indispensabile al potere politico, industriale e finanziario. Le Case Editrici svolgono una capillare attività di condizionamento mentale delle Collettività. Questa è necessaria soprattutto al buon funzionamento del sistema produttivo, teso al massimo utile. L’industria ha bisogno di masse “ignoranti”, legate acriticamente ai cicli produttivi, puri “consumatori” di merci immesse sul mercato. Semplici ingranaggi finali. Clienti così formati reagiscono prontamente e acriticamente agli stimoli: consumano nei modi e nei tempi indicati. Chi è fornito di una buona capacità d’analisi e autonomia di giudizio, un individuo libero e consapevole, difficilmente risponderebbe in modo adeguato ai tempi in cui un bene deve essere acquistato.
L’Editoria non è una normale Azienda autonoma che ha come scopo il profitto, ma è un’importante forza ausiliaria indispensabile al potere politico, industriale e finanziario. Le Case Editrici svolgono una capillare attività di condizionamento mentale delle Collettività. Questa è necessaria soprattutto al buon funzionamento del sistema produttivo, teso al massimo utile. L’industria ha bisogno di masse “ignoranti”, legate acriticamente ai cicli produttivi, puri “consumatori” di merci immesse sul mercato. Semplici ingranaggi finali. Clienti così formati reagiscono prontamente e acriticamente agli stimoli: consumano nei modi e nei tempi indicati. Chi è fornito di una buona capacità d’analisi e autonomia di giudizio, un individuo libero e consapevole, difficilmente risponderebbe in modo adeguato ai tempi in cui un bene deve essere acquistato.
Esiste un progetto, un crimine contro l’umanità, teso ad allontanare la parola scritta dal Pensiero.
Di questo
progetto l’intero mondo delle Case Editrici è braccio armato.
In Italia 82% del mercato editoriale è controllato da quattro gruppi. Una sola Casa Editrice controlla il 55% del mercato.
In Italia 82% del mercato editoriale è controllato da quattro gruppi. Una sola Casa Editrice controlla il 55% del mercato.
Un’indagine
nazionale collegata a una ricerca mondiale, indica il basso livello
d’istruzione nel nostro paese:
5% degli adulti non è in condizioni di leggere e scrivere.
33% ha un livello d’istruzione da seconda elementare.
33% ha un livello d’istruzione da quinta elementare.
29% ha una buona capacità di scrittura, lettura, calcolo.
Su questi dati germoglia l’amoralità: lobby, opere pubblicate per favoritismo, per clientela, per corruzione sessuale e politica. C’è la mostruosità dell’editing professionale, delle scuole di scrittura creativa, delle agenzie letterarie, dello sfruttamento economico dello scrittore esordiente, della ricerca del modello imbecille e frollo da innalzare a gloria. In questo mondo ha voce chi non ha mente. Ha voce il futile personaggio da salotto, la macchietta dall’opinione vacua, la pura immagine virtuale, disponibile, duttile, flessibile.
Seppure non tutto il mondo dell’Editoria sia al servizio del Potere, e c’è anche uno spazio sempre più esiguo per una “libera editoria”, il carattere di un sistema non è determinato dagli aspetti minoritari, il carattere è determinato dal modo di agire e di pensare della maggioranza. È comunque un’alchimia di fattori che determinano lo stato di cose, tuttavia anche da un particolare si riesce a scorgere un universale. L’antico rapporto che legava l’Editore allo Scrittore, la visione di un autore-artista che in perfetta autonomia scriveva un’opera da offrire a un editore, che se lo riteneva opportuno la pubblica adoperando i propri capitali, è una visione Romantica. La quasi totalità dei libri venduti nel circuito delle librerie gestite delle grandi Case Editrici, non seguono più il vecchio schema Scrittore-Opera-Editore, ma l’esatto contrario, Editore-Opera-Scrittore. La Casa Editrice che decide di stampare un certo “prodotto editoriale” segue una prassi scrupolosa. Affida l’incarico a dei dipendenti, o liberi professionisti, i “ghostwriter”, scrittori fantasma formati nelle numerose scuole di scrittura creativa, coadiuvati da programmi computerizzati. Il manoscritto passa nelle mani di “editor” dipendenti, o liberi professionisti anch’essi. Una volta confezionato il prodotto, l’editore pensa alla firma di un personaggio celebre, o amico di un amico, da apporre in copertina.
Questo fino a poco tempo fa. Ora tutto il processo è ancora più inquietante.
5% degli adulti non è in condizioni di leggere e scrivere.
33% ha un livello d’istruzione da seconda elementare.
33% ha un livello d’istruzione da quinta elementare.
29% ha una buona capacità di scrittura, lettura, calcolo.
Su questi dati germoglia l’amoralità: lobby, opere pubblicate per favoritismo, per clientela, per corruzione sessuale e politica. C’è la mostruosità dell’editing professionale, delle scuole di scrittura creativa, delle agenzie letterarie, dello sfruttamento economico dello scrittore esordiente, della ricerca del modello imbecille e frollo da innalzare a gloria. In questo mondo ha voce chi non ha mente. Ha voce il futile personaggio da salotto, la macchietta dall’opinione vacua, la pura immagine virtuale, disponibile, duttile, flessibile.
Seppure non tutto il mondo dell’Editoria sia al servizio del Potere, e c’è anche uno spazio sempre più esiguo per una “libera editoria”, il carattere di un sistema non è determinato dagli aspetti minoritari, il carattere è determinato dal modo di agire e di pensare della maggioranza. È comunque un’alchimia di fattori che determinano lo stato di cose, tuttavia anche da un particolare si riesce a scorgere un universale. L’antico rapporto che legava l’Editore allo Scrittore, la visione di un autore-artista che in perfetta autonomia scriveva un’opera da offrire a un editore, che se lo riteneva opportuno la pubblica adoperando i propri capitali, è una visione Romantica. La quasi totalità dei libri venduti nel circuito delle librerie gestite delle grandi Case Editrici, non seguono più il vecchio schema Scrittore-Opera-Editore, ma l’esatto contrario, Editore-Opera-Scrittore. La Casa Editrice che decide di stampare un certo “prodotto editoriale” segue una prassi scrupolosa. Affida l’incarico a dei dipendenti, o liberi professionisti, i “ghostwriter”, scrittori fantasma formati nelle numerose scuole di scrittura creativa, coadiuvati da programmi computerizzati. Il manoscritto passa nelle mani di “editor” dipendenti, o liberi professionisti anch’essi. Una volta confezionato il prodotto, l’editore pensa alla firma di un personaggio celebre, o amico di un amico, da apporre in copertina.
Questo fino a poco tempo fa. Ora tutto il processo è ancora più inquietante.
Già nel lontano 1970
dei quotidiani denunciavano la diffusione di quella che definivano “sottolettura
di consumo”, romanzi confezionati, una miscela di ingredienti predeterminata
realizzata da più autori e poi assemblati, proprio come la tecnica degli
sceneggiati televisivi. A quei tempi il “computer”, i sistemi operativi e le
applicazioni non esistevano. Oggi la confezione è più sofisticata. Sono i
computer a sfornare in modo autonomo un intero romanzo, posto poi in vendita
con fantasiosi nomi di autori inesistenti.
Questa massa di sottoprodotti editoriali monopolizza le librerie, e sono distribuiti da società che usano sistemi riprovevoli, inclini alle vessazioni e ai ricatti, metodi quasi mai denunciati dalle “librerie libere” per paura delle inevitabili ritorsioni.
Questo complesso sistema ha un fine preciso, e la sua realizzazione ha precise conseguenze. Uno scrittore che in completa autonomia ambisce a pubblicare un’Opera, si trova di fronte a delle difficoltà. Se il suo messaggio è conforme al modello “educativo” del Potere, nella migliore delle ipotesi il testo è solo rimodellato. Se il messaggio, invece, non è conforme, le vie si diversificano: prima possibilità è l’adeguamento, diventare un impersonale meccanismo del sistema. Seconda possibilità mendicare favori e raccomandazioni. Terza possibilità tentare la strada delle Case Editrici piccole e medie. Quarta possibilità scegliere di pubblicare a proprie spese. Ultima possibilità rinunciare, salvaguardare la propria dignità e il proprio lavoro da qualsiasi manipolazione, tirandosi fuori da quest’ambiente guasto.
Questa massa di sottoprodotti editoriali monopolizza le librerie, e sono distribuiti da società che usano sistemi riprovevoli, inclini alle vessazioni e ai ricatti, metodi quasi mai denunciati dalle “librerie libere” per paura delle inevitabili ritorsioni.
Questo complesso sistema ha un fine preciso, e la sua realizzazione ha precise conseguenze. Uno scrittore che in completa autonomia ambisce a pubblicare un’Opera, si trova di fronte a delle difficoltà. Se il suo messaggio è conforme al modello “educativo” del Potere, nella migliore delle ipotesi il testo è solo rimodellato. Se il messaggio, invece, non è conforme, le vie si diversificano: prima possibilità è l’adeguamento, diventare un impersonale meccanismo del sistema. Seconda possibilità mendicare favori e raccomandazioni. Terza possibilità tentare la strada delle Case Editrici piccole e medie. Quarta possibilità scegliere di pubblicare a proprie spese. Ultima possibilità rinunciare, salvaguardare la propria dignità e il proprio lavoro da qualsiasi manipolazione, tirandosi fuori da quest’ambiente guasto.
Dal titolo del
nostro Manifesto si può obiettare che i due assunti, la morale e la libertà,
siano delle finalità in contraddizione: spesso la rigida morale e rivale della
libertà. Questo potrebbe essere, qualora ci trovassimo di fronte a una società governata
da rigidi codici morali di comportamento. Nel nostro caso, invece, il sistema è
contraddistinto da una totale assenza di indicazioni morali. Auspicare
un’energica trasformazione culturale del Paese, non è combattere una rigida
morale a profitto delle libertà, ma attaccare una società senza codici morali
che sopprime proprio la libertà e le pari opportunità.
Questa iniziativa non ha l’ambizione di incidere in modo sollecito e definitivo su una realtà oramai morente. Si propone solo come un Manifesto aperto alla riflessione, alla denuncia e alla proposta. Proverà a essere un punto di riferimento per una categoria di Scrittori, Lettori, Critici e altre varie realtà editoriali, che non trovano il coraggio civile di essere contro.
Non intendiamo combattere singoli individui o singole società, convinti come siamo di doverli combattere come semplici agenti in un corpo agonizzante.
Il Manifesto è anche un atto di dichiarare d’esistenza in vita di individui che credono nella correttezza dei rapporti, nel rispetto dell’individuo e del suo lavoro. Individui consapevoli delle enormi difficoltà che impediscono la realizzazione di un mondo migliore, ma che, nonostante ciò, continuano a credere in un mondo migliore.
Questa iniziativa non ha l’ambizione di incidere in modo sollecito e definitivo su una realtà oramai morente. Si propone solo come un Manifesto aperto alla riflessione, alla denuncia e alla proposta. Proverà a essere un punto di riferimento per una categoria di Scrittori, Lettori, Critici e altre varie realtà editoriali, che non trovano il coraggio civile di essere contro.
Non intendiamo combattere singoli individui o singole società, convinti come siamo di doverli combattere come semplici agenti in un corpo agonizzante.
Il Manifesto è anche un atto di dichiarare d’esistenza in vita di individui che credono nella correttezza dei rapporti, nel rispetto dell’individuo e del suo lavoro. Individui consapevoli delle enormi difficoltà che impediscono la realizzazione di un mondo migliore, ma che, nonostante ciò, continuano a credere in un mondo migliore.
Costituzione
della Repubblica Italiana. Parte prima - Diritti e doveri dei cittadini -
Titolo III -Rapporti economici - Articolo 41.
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Secondo questi principi
costituzionali, ogni cittadino è libero di investire i propri capitali e trarne
il relativo guadagno, ma non… in contrasto con l’utilità sociale o
in modo da arrecare danno… alla dignità umana. Le Case Editrici, in questo
particolare momento storico, non hanno neanche un comportamento conforme alla
Costituzione. La soluzione di questa problematica comporterebbe come indispensabili
risultati una più equilibrata presenza sul mercato di “prodotti editoriali” e
di “opere letterarie” e il rispetto della dignità umana.
I
nostri primi suggerimenti alle Case Editrici sono:
Rispondere in modo esaustivo, con i
mezzi che ritengono più opportuni, a ogni proposta letteraria. La risposta
dovrà contenere un’analisi dettagliata del testo e delle ragioni che hanno determinato
il rifiuto. Ogni risposta negativa dovrà essere corredata dei nomi, cognomi e
relative qualifiche dei lettori/critici che hanno concorso al rifiuto
dell’opera.
Rispondere a tutte le lettere e alle
e-mail che abbiano un senso.
Indicare le qualità, le caratteristiche
e le tematiche che il testo dovrebbe contenere per essere considerato e inserito
nelle singole collane.
Indicare su ogni libro pubblicato, oltre
al nome e cognome dell’autore, i nomi, i cognomi e le qualifiche dei professionisti
che hanno contribuito alla realizzazione.
Contribuire all'attuazione delle “pari
opportunità”, intese come possibilità che un Autore ha di entrare in competizione
con altri Autori, a parità di testo scritto di propria mano e senza l’ausilio
di “Editor”, “Editing” e “Ghostwriter”.
Limitare l’uso di “Editor”, di “Editing”
e di “Ghostwriter”.
Rendere noti i programmi usati per
l’elaborazione computerizzata dei testi.
Contenere traduzioni e pubblicazioni di
testi stranieri. Promuovere le capacità, il valore e le qualità di Autori
nazionali.
Ridurre la pubblicazione di testi di
para narrativa: polizieschi, gialli, noir, fantasy e in genere di puro
intrattenimento, a vantaggio di Opere Letterarie a carattere artistico che
contribuiscano ad accrescere nel lettore la capacità d’analisi della realtà.
Segnalare ogni Reato Morale: pubblicazione
avvenuta per ingerenza di autorità politica, amministratore pubblico o privato,
scrittore affermato, attore famoso, docente universitario, personalità
religiosa, lobby mafiose, economiche, finanziarie, politiche e culturali, così
come le opere pubblicate per occasionale o reiterato favoritismo sessuale. Denunciare
ogni affermazione personale riconducibile direttamente al livello di corruzione
tollerato.
Rivedere il paradigma fondato su un
esasperato Individualismo a favore di un più vasto sviluppo intellettuale e
morale della Collettività.
Il Manifesto intende proporsi come punto di riferimento di ogni tensione, disagio individuale e sociale riferito all'argomento specifico. Aperto nei confronti di esperienze, analisi e consigli da chiunque proposti, e disponibile a ogni contributo mirato alla modifica o all'arricchimento dei temi esposti. Si propone come base di un più vasto movimento di idee, teso a condizionare in senso Morale e Collettivo ogni aspetto dell’Editoria.
12 ottobre 2017
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