Sono quattro anni
che porto queste pantofole e sono ancora in perfetto stato, quando, in
parallelo, le ciabatte comprate nello stesso momento, di una nota fabbrica Israeliana,
non sono riuscite a sopravvivere neanche mezza stagione, come d'altronde altri prodotti
nazionali o esteri acquistati in passato.
Per quale motivo
la fabbrica Francese del XVII secolo produceva prodotti così eccellenti e oggi
se ne producono invece di così scadenti?
E per quale
motivo dopo tanti anni la fabbrica sta per chiudere?
Qui devo fare un
cenno, per forza di cose, a un problema che hanno avuto i Tedeschi dell’ovest
capitalista, quando si sono trovati di fronte al problema della riunificazione:
il che fare delle industrie dello Stato Tedesco dell’est Comunista. Per meglio
rendere comprensibile la riflessione, poiché sono abbastanza vecchio da
ricordarmi che tipo di elettrodomestici fabbricava l’industria Italiana ed
Europea negli anni sessanta, posso dire che quei prodotti erano assai diversi
da quelli commercializzati ora. Prima c’era una maggiore attenzione alla
qualità, intesa come funzionalità e durata; e la differenza non mi sembra trascurabile.
In parallelo c’era anche una vasta rete di tecnici che riparavano i vari
apparecchi quando si guastavano. Oggi potremmo classificarlo come “indotto”. L’ottica
economica era diversa nei suoi principi base di politica industriale. In
pratica, tornando alla Germania. I politici e gli industriali Tedeschi si sono
trovati davanti a una realtà produttiva simile alla nostra negli anni sessanta:
fabbriche di elettrodomestici che producevano frigoriferi, lavatrici,
televisori che superavano i venti anni di vita. Prodotti costruiti per durare,
non per realizzare solo il massimo profitto. Era una stravaganza impossibile da
tollerare. Impossibile perché gli stessi prodotti in occidente devono morire
sempre più rapidamente e senza la minima possibilità di essere riparati. Le
schede inserite nei vari apparecchi, infatti, sono provviste di un chip di fine
vita, il processo si chiama obsolescenza programmata. In pratica è come quando
chiamate il tecnico perché il vostro frigorifero si è guastato, e nel 90% dei
casi vi dice che “È la scheda, non conviene ripararlo”. Ha ragione, perché il
chip assassino si trova proprio nella scheda principale che fa funzionare
l’elettrodomestico. Morto il chip morto il frigo. Ora, da queste due storielle,
le pantofole francesi e gli elettrodomestici tedeschi, se ne potrebbe trarre
anche una lezione, se fossimo in grado di farlo. Purtroppo, come specie
animale, non siamo in grado, poiché Socrate ha detto una cosa non perfettamente
corretta: la Ragione è senza dubbio utile all’uomo, ma non rappresenta che una
piccola percentuale a una cifra di tutto ciò che contiene il cervello. Ossia,
quando prendiamo delle decisioni, anche nel quotidiano, a noi sembra che siano
scaturite facendo ricorso alla ragionevolezza, in verità esse sono scaturite da
condizionamenti molteplici e profondi di cui non abbiamo nessuna consapevolezza.
Questo per dire che anche noi, come occidente, avevamo la possibilità negli
anni sessanta di immaginare e programmare una scienza industriale capace di
produrre pantofole del Re Sole semplici, solide, fatte per durare, capaci di
salvaguardare a meraviglia le risorse ambientali, e invece abbiamo preferito le
ciabatte Israeliane, che si rompono subito, fanno guadagnare tanti soldi all’industria,
massacrano l’ambiente e sono in pratica la nostra scelta di morte. La colpa
naturalmente non è soltanto degli industriali Ebrei, ovvio che li ho presi solo
ad esempio perché parliamo di ciabatte, la colpa è dell’intera specie umana Homo
Sapiens. Il sistema sociale/economico/politico Comunista non era privo di
problemi, tutt’altro, però partiva da un paradigma corretto: il bene della
collettività a scapito di qualche rinuncia dell’individuo. Sganciando il vivere
sociale dalle psicopatologie ossessive compulsive di certi industriali e
finanzieri disturbati di mente, controllando con estrema inflessibilità l’infinita
capacità di corruzione che l’oro ha sugli individui, forse si sarebbe potuto
costruire qualcosa di diverso, che avrebbe potuto salvarci. L’errore grande,
comune all’intera epoca passata, è stato quello di credere che si sarebbe
potuto creare, col semplice apporto dell’economia e della cultura, quell’Uomo Nuovo
capace di riannodare il rapporto con la Natura devastata e saccheggiata dall’Uomo
Vecchio. Tutti lo pensavano. Tutti con le più varie sfumature. Ma erano uomini
del secolo scorso, non conoscevano la genetica e non sapevano che l’Uomo Vecchio
non ha nessuna possibilità di rinnovarsi, poiché è tarato all’origine, è dalla
nascita immutabile nei suoi difetti.
È stato nobile
crederlo, inevitabile costatarne il totale fallimento. Gli individui che hanno
creduto che fabbricare pantofole del Re Sole fosse un paradigma su cui
edificare una civiltà più giusta, non hanno pensato che quella Giustizia a
fondamento delle loro idee, in fondo non è nient’altro che purissima
metafisica, tanto distante da una Natura Umana incapace di intravvedere
all’orizzonte, come conseguenza della chiusura di un’antica fabbrica, anche la
prossima fine della sua presenza sulla Terra.
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